venerdì 23 luglio 2010

flessibilità o giogo

Concedetemi, in questo caldissimo pomeriggio di Luglio, alcune riflessioni che con la lana non hanno niente a che vedere.
Ho preso alcuni giorni di ferie, tre per l'esattezza, perchè dove lavoro stanno pressando per far consumare ferie e permessi accumulati negli anni.Tengo a precisare che, per quanto riguarda le ferie, sarebbe stato bello farle in passato, ma quando chiedevi un week end stranamente non potevano mai concederlo. La nostra settimana lavorativa era di cinque giorni, compresi sempre il Sabato e la Domenica, poichè essendo un negozio sempre aperto nel week end, dovevamo lavorare tutti. Io avevo i miei due giorni di riposo, che mi permettevano una vita semi normale, considerando che gli amici ed i familiari hanno giorni di riposo diversi.
Da gennaio ci hanno SPALMATO l'orario su sei giorni, con turni sia continuati che spezzati, ad esempio 3 ore la mattina, pausa di tre ore e mezzo e 3 ore e mezzo il pomeriggio.Per me che abito lontano dal lavoro la vita è drasticamente cambiata, addio sogni di casetta in montagna per andarci i giorni liberi, adesso non c'è più tempo, inoltre è tutto un correre, e la mattina libera che abbiamo nel turno continuato è diventata una stressante gara a recuperare il tempo che ormai non ci appartiene più.
Premetto che capisco chi, in questo periodo difficile non ha più il lavoro e mi scuso per la rimostranza, ma non è davvero più vita.Spesso leggo di mostre e di fiere specializzate nel settore hobbistico, e mi dispiace non poterle mai visitare, ma adesso è diventato veramente stressante  riuscire a fare tutto.Ho toccato il fondo quando anche il mio compagno, guardando delle camice mi ha detto: "ma che le compro a fare, tanto siamo sempre a lavoro".
 Quando le aziende parlano di flessibilità significa che ti rimbalzeranno come una pallina da ping pong assecondando le esigenze lavorative, il benessere del lavoratore, diritto duramente conquistato dai nostri genitori, sta svanendo lasciando il posto a mere politiche economiche volte al solo risparmio del datore di lavoro, spesso sulle spalle del dipendente. Inoltre confermare contratti a tempo indeterminato sì, ma magari part time a 20 o 24 ore, che per persone che devono viverci con lo stipendio significa creare dei poveri o per sempre dipendenti dai genitori.In effetti alle aziende come la mia non conviene un full time, ma due part time, con il risultato che i nuovi assunti saranno sempre ragazzi che non aspettano altro che un nuovo lavoro, migliore. Miserandi, si fa per dire , coloro i quali avevano riposto fiducia nel loro posto di lavoro ed ora si ritrovano non più ragazzini e con una vita che adirla con un proverbio è diventata "vivere per lavorare".
Queste le amare riflessioni di oggi, mentre stiravo un metro cubo di panni e sbirciavo, con un occhio, la tv, dove, ammiccanti, consigliavano week end alla portata di tutti,  si, ma non per tutti.

2 commenti:

  1. Non ho potuto non risponderti....Mi sono scattate le dita....Io non dovrei lamentarmi...Ancora ho un lavoro...Ma sono costantemente alle prese con telefoni e persone che ti chiedono informazioni e appuntamenti davanti ad un monitor...Ininterrottamente da quando varchi la porta dalle 7.15 alle 15.00- 15.30...Non riesci a volte ad andare in bagno o a prendere un caffè...Ti ritrovi a volte a fare sportello sola il lavoro che normalmente si ricopre in più persone...Poi la bella notizia che la pensione potrai vederla, sempre se ci arrivi a 65 anni....Peccato tu ne abbia già lavorati abbastanza per poter già usufruire di questo,e al pari di altri che hanno potuto approffittarne a te non sia concesso, perchè bisogna equipararsi all'Europa...Peccato anche che negli altri paesi ci siano condizioni di vita totalmente diverse, e le tasse siano minori e gli stipendi più alti..Peccato che in altri paesi non si inizi a lavorare a 14anni, ma dopo aver conseguito un diploma o una laurea...Peccato....TRa poco non ci sarà nessuno che lavora più, perchè tutto viene spostato in altri paesi, perchè costa tutto meno...Peccato, non ci sia più nessuno che rifletta su quanto detto...

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  2. Ho letto il tuo post....ed effettivamente la vita si fa sempre più difficile. Quando vado in centro e vedo i negozi aperta nei festivi mi spiace sempre per chi lavora, xkè anche se guadagna un pò di più però è costretto ad una vita, come dici tu, semi-normale. Bisogna lavorare per vivere non vivere per lavorare. Io non lavoro, nel senso che ho sempre lavorato ma a tempo determinato, ma ti capisco ugualmente! Su, su! forza e coraggio....e magari le camicie il tuo compagno le può comunque indossare anche solo per il piacere di indossare cose belle!!!! :-)....a proposito la borsina cactus del post successivo è un piccolo capolavoro!

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